martedì 21 settembre 2010

squirting squid collective: L'attesa

squirting squid collective: L'attesa

L'attesa

Bulimica d'idee, insaziabile di voglie. Qualche immagine del mio elogio alla lentezza.

Tough Tuft


in attesa del prossimo episodio,
ecco il riepilogo delle puntate precedenti:


--o- first episode --o-



La storia, dato che i testi ancora non ci sono ed ammetto che no, non è un cazzo chiara, sarebbe la seguente:
Mr. Ciuffone si aggira per catapecchiatown (in qualche punto imprecisato del nord-est Italia, in un futuro non troppo lontano, quando le leghe populiste avranno rivelato il loro vero, malefico intento...

passando sotto le finestre del "pescatore di gatti" (bah!) si accorge di strani rumori che provengono da una porta che...sbam! si apre di colpo facendo uscire la signorina con bassotto...credo stia fuggendo dal bruto in canottiera e mutande che le urla insulti a porcate, tutto di fronte al nostro Mr.Ciuffone attonito, anzi, BASITO!
nel mentre lo stupido quadrupede ribassato avrà girato l'angolo, trovandosi di fronte il cugino di Astarte, A' Storto, anche lui cane di Annibale, ma sopravvissuto a Zama e alle angherie dei secoli, ed ora piuttosto affamato e incattivito...
seguirà scena crudelissima e assolutamente poco animalista che vedrà il piccolo salame coduto spargere le proprie interiora un po' dappertutto...
la padrona (siccome tanto non so che farle fare) credo se la sarà data a gambe, lasciando il nostro eroe e l'onnipresente ed onnisciente pescatore di gatti unici testimoni del banchetto...e qui la svolta:
non è un caso che "cortolo" avesse la mantellina, che ora, strappata in brandelli, rivela il suo carico segreto:
....qualcosa!!!
--o- second episode --o-
VICOLO. Il cane aggredisce il bassotto, il gatto schizza via smiagolando, la ragazza cerca di reagire ma il cane le ringhia contro; lei si schiaccia terrorizzata al muro; proprio in quel momento Ciuffone gira l'angolo, la ragazza, vedendolo arrivare, si decide a scappare. Ciuffone: “Ehi! Where are you running?”, neanche il tempo di finire la frase che la ragazza è già scomparsa in un vicolo. Ciuffone guarda il cane, il cane ricambia lo sguardo ringhiando minaccioso. Pochi secondi dopo il mastino smette di ringhiare e scappa con la coda fra le zampe (“cai cai”): Ciuffone deve avere uno strano ascendente sugli animali. Ciuffone si china su quel che rimane del povero bassotto e nota un foglio di carta spuntare da sotto la mantellina. E' una mappa (un po' lacera per via dell'aggressione). Dà uno sguardo alla mappa, poi guarda in alto: il pescatore di gatti lo scruta con insolita calma dalla finestra, senza mostrare rancore per la procurata perdita della preda. Ciuffone infila la mappa nella tasca interna del gilet e si rimette in cammino.

GRANDE PIAZZA piena di macchine e gente. Ciuffone entra in un bar e si siede a un tavolino vicino alla vetrata che dà sulla piazza; beve un caffé e guarda meditabondo il traffico; un enorme cartellone pubblicitario dall'altra parte della piazza attira la sua attenzione: prende la mappa dal gilet e nota che in calce è riportato lo stesso slogan (“Moka-effect ain't placebo”). Riabbassando lo sguardo vede la ragazza del bassotto infilarsi dietro una porticciuola malandata dello stesso palazzo dove è affisso il cartellone. Ciuffone esce di fretta dal bar e la segue.
DENTRO IL PALAZZO. Ciuffone sale su per delle macilente scale a chiocciola che sembrano non finire mai, l'ombra della ragazza e il rumore dei suoi passi lo precedono di poco, Ciuffone: “Ehi you... Just stop a sec!”; finite le scale si ritrova in un corridoio molto lungo puntellato da un sacco di porte numerate. La ragazza è scomparsa di nuovo. Ciuffone riguarda la mappa e trova un numero cerchiato. Cerca la stanza corrispondente. La trova: è socchiusa. Titubante la apre. Guarda dentro. Rimane basito.
--o- third episode --o-
STANZA. Ciuffone entra in una stanza molto grande, fa qualche passo guardandosi intorno disgustato: a destra c'è una scaffalatura piena di gabbie con dentro dei cani, alcuni morti da tempo, altri in fin di vita; a sinistra un tavolo sporco di sangue con resti di interiora; in fondo alla stanza il teatrino degli orrori si evolve in provette che contengono cani deformi, feti di cane, mostri veri e propri in formalina; le finestre sono oscurate alla benemeglio, pochi raggi di sole passano attraverso delle fessure; l'ambiente è molto polveroso, ma il sangue sul tavolo operatorio, fresco di giornata, fa intuire che il laboratorio è tutt'altro che inutilizzato.

Ciuffone sente delle voci provenire dal corridoio (“schneeell!” tr. “veloce!”), si gira di scatto, vede la maniglia della porta girare; in quello stesso istante qualcuno lo prende da dietro mettendogli la mano sulla bocca (“shhhhhhhh!”): è la ragazza; i due si nascondono dentro un armadio a muro, le ante sono fatte a listelle aperte e Ciuffone riesce ancora a vedere una porzione di stanza.
Entrano due guardie armate, in divisa hi-tec, che scortano l'uomo in mutande della prima scena, però vestito (non si capirà mai che è la stessa persona, ma sono finezze, sono finezze!) e lo fanno rovinare a terra. Una guardia gli punta addosso un mitra ipertecnologico, l'altro si china sull'uomo e inizia a urlargli nell'orecchio incazzato come una iena: “Wo ist es? Woooo ist eeeeeeeeeeessss?” (tr. “dov'è?, dov'è?”). L'uomo nonostante le minacce e l'evidente vantaggio degli avversari, mantiene un atteggiamento di sfida, si gira verso la guardia e gli sputa in faccia. La guardia si rialza, ridacchia, prende la pistola dalla fondina e fredda l'uomo sparandogli esattamente in mezzo agli occhi (“Arschloch” tr. “coglione”). Le due guardie mettono a soqquadro il laboratorio, evidentemente in cerca di qualcosa, ma non trovano niente, allora se ne vanno.
La ragazza e Ciuffone escono dall'armadio; la ragazza si dirige velocemente verso la porta, Ciuffone indugia di fronte al cadavere dell'uomo: “What the fuck...”, ragazza: “Do nothing but getting your ass out of here”, Ciuffone: “Are you crazy? We gotta call the police”, ragazza: “Call whoever you want, I warned you... Give me the map”, Ciuffone: “I have no map”, ragazza: “Don't be stupid and give me the map”, Ciuffone “I have no fuckin' map”, ragazza: “You don't know who you're meddling with, call me when you make up your mind, I gotta go”. La ragazza lascia a Ciuffone una specie di cercapersone e se na va.
Ciuffone si mette le mani tra il ciuffo, guarda il cadavere un'ultima volta ed esce dalla stanza.
--o- fouth episode --o-
STAZIONE DI POLIZIA. Ciuffone arriva in una stazione di polizia; anche se siamo nel futuro, l'organizzazione degli spazi ricorda molto i commissariati americani degli anni settanta che si vedono nei film. Anche qui polvere e trascuratezza. Ciuffone attraversa la stanza principale, un grande stanzone pieno di tavoli dove molti poliziotti stanno seduti in silenzio con lo sguardo perso nel vuoto, come se fossero dei fantocci.
Ciuffone bussa alla porta di un ufficio (scritto sul vetro della porta la scritta “Lieutenant”) e fa capolino con il ciuffo all'interno della stanza. Dentro un signore in giacca e cravatta ingrigito dall'età, dal fumo delle sigarette e dalla polvere nell'aria è seduto alla scrivania; con pazienza ascetica sta incollando un pezzetto di legno ad una struttura che occupa praticamente tutto il tavolo: un modellino di una navicella spaziale. Il signore alza il naso dal modellino sentendo bussare, Ciuffone: “Lieutenant mcDonagh...”, il tenente sembra non reagire alla chiamata. Ciuffone: “Something happened, a man died.. I need your help”. Ciuffone si siede sulla sedia dall'altra parte della scrivania. Dietro la porta del Lieutenant un uomo alto, biondo, con la faccia spigolosa sta a origliare la conversazione.
PALAZZO. Ciuffone ritorna sul luogo del delitto in compagnia del Lieutenant McDonagh, salgono le scale, attraversano il corridoio, arrivano di fronte alla porta, la aprono, entrano dentro.... non c'è più niente, tutto è stato ripulito.